Si è tenuta lo scorso 23 Giugno l’Assemblea pubblica organizzata da Assocarta, dal titolo: “Carta ecosistema essenziale circolare”, durante la quale si è discusso dei principali gravi fiscali che pesano sul settore e delle opportunità che potrebbero nascere da un attento lavoro di perfezionamento del sistema. L’industria cartaria ha lamentato, in particolare, il caro bollette, chiedendo legittimamente costi del gas più bassi: la valorizzazione energetica degli scarti (e il biogas) resta centrale.
“Recuperare energia dagli scarti significa chiudere il ciclo del riciclo e ridurre l’impiego di fonti fossili, oltre a promuovere la capacità di riciclo nazionale”. E’ questo il principale concetto emerso durante la conferenza, che descrive a pieno la principale, o almeno una delle due, criticità della filiera del riciclo e non solo: l’utilizzo degli scarti non riciclabili. Che per il riciclo della carta ammonta circa al 7-9% di ogni tonnellata di carta prodotta.
L’altra grande criticità della filiera riguarda l’energia. L’industria cartaria rientra, infatti, tra le più energivore. E’ per questo che ha chiesto più volte aiuto per ridurre il prezzo del gas, che potrebbe divenire un serio impedimento al suo ruolo essenziale.
L’Assemblea di quest’anno ha segnato il passaggio di testimone tra Girolamo Marchi, presidente uscente Assocarta, al neo eletto dall’Assemblea dei Soci Lorenzo Poli (AD Cartiere Saci) e alla nuova squadra dei Vice Presidenti. Paolo Culicchi è stato, inoltre, eletto Presidente Onorario.
L’industria cartaria italiana rappresenta un delicato ecosistema che, anche in una fase straordinaria, ha saputo continuare a svolgere i suoi tanti mestieri: dall’alimentare, all’igiene, dall’informazione, alle nuove carte “virucide”, utilizzate per la produzione di mascherine. E’ essenziale il ruolo di riciclatore svolto dalla filiera nell’ambito del sistema dell’economia circolare nazionale.
Il gas rappresenta il motore di tutto il processo del riciclo, rimanendo un combustibile essenziale per la transizione energetica dell’industria cartaria. Ma il gas – nonostante sia il più pulito tra i combustibili fossili – ha un elevato impatto climatico. Diviene dunque importante valorizzare al massimo il biogas. In merito a ciò il settore cartario ha già presentato la sua proposta: promuovere la cogenerazione ad alta efficienza con l’obiettivo di renderla “carbon neutral”.
La cogenerazione fornisce, infatti, fabbisogni che non possono essere coperti con altre fonti. Senza dimenticare che il recupero di energia dagli scarti permette di chiudere il ciclo del riciclo e ridurre l’impiego di fonti fossili, oltre a promuovere la capacità di riciclo nazionale.
Il differenziale di prezzo, rispetto ai competitor, continua a mantenersi su valori intorno a 2 euro/MWh (2,15 euro/MWh in aprile 2020) con una penalizzazione in termini percentuali che è il 25% del prezzo del combustibile.
La situazione è aggravata dal continuo aumento del peso degli oneri accessori che sono caricati sulle bollette delle cartiere italiane per il supporto alle politiche di “decarbonizzazione”. Questi oneri non sono previsti nei Paesi europei principali competitor italiani. Si tratta di altri 2 euro/MWh.
“Nonostante le norme europee prevedano la possibilità, per gli Stati membri, di ridurre il peso di tali oneri nelle bollette delle imprese “energivore” e la legge italiana abbia già previsto l’attuazione di queste misure (legge 20 novembre 2017, n. 167), il Ministro dello Sviluppo Economico non ha ancora completato l’iter di perfezionamento di tali misure di sgravi determinando, quindi, il perdurare dello svantaggio competitivo a danno delle imprese cartarie italiane” – ha evidenziato durante la conferenza Girolamo Marchi – “se siamo essenziali dobbiamo esserlo sempre e soprattutto rimanere competitivi nei mercati europei e internazionali”.
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