Un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti e obiettivi più ambiziosi per quanto riguarda il recupero e il riciclo dei rifiuti urbani.
E’ questo lo scopo del Decreto Legislativo n. 116 pubblicato lo scorso 3 settembre in gazzetta ufficiale.
La normativa stabilisce il recepimento di due delle quattro direttive (la 2018/851 e la 2018/852) che fanno parte del pacchetto economia circolare, adottato dall’Unione europea a partire dal giugno 2018. Il nuovo decreto entrerà in vigore a partire dal prossimo 26 settembre.
La novità di maggiore interesse introdotta dal nuovo decreto è senz’altro quella che riguarda la gestione dei rifiuti urbani e il riciclo degli imballaggi.
Il D.L. del 3 settembre 2020 nasce da una modifica sostanziale della parte IV del decreto legislativo n.152 del 2006, recante norme in materia ambientale.
Il vecchio decreto si poneva come “obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.”; obiettivo ancora attuale, che ha, però, ora necessità di essere raggiunto tramite strumenti più efficaci.
Al nuovo quadro normativo dovranno adeguarsi tutti i soggetti pubblici e privati che producono, raccolgono, trasportano e trattano i rifiuti.
Incrementare la raccolta differenziata, rendendo più efficiente il ciclo dei rifiuti e migliorando i tassi di recupero e di riciclo è tra le esigenze primarie del nuovo decreto. I nuovi traguardi da raggiungere per quanto riguarda proprio i tassi di recupero e riciclo sono stati fissati al:
Inoltre, il decreto prevede anche la riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica, che nel 2035 dovrà scendere sotto il 10%.
Non solo. Entro il 2025 il tasso di riciclo dei rifiuti da imballaggio dovrà complessivamente raggiungere almeno il 65% e il 70% entro il 2030. Gli obiettivi sono stati differenziati per i singoli materiali. Vediamoli nel dettaglio.
Entro il 2025:
Entro il 2030:
Infine, una modifica sostanziale è stata apportata alla disciplina di legge sulla tracciabilità dei rifiuti. Il nuovo sistema, si diramerà in due sezioni:
In questo modo si andrà verso la sostituzione del vecchio Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, il Sistri, abolito nel 2018 dopo essersi rivelato un completo fallimento. Con il recepimento delle due direttive europee, invece, prenderà il suo posto il Rentri; l’erede, si spera migliore, del vecchio sistema di tracciabilità.
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